A cura di Antonino Capasso
In attesa dei tanto decantati effetti del Recovery Fund, le aziende italiane hanno dovuto fare i conti con la contrazione dei consumi, la difficoltà di accesso al credito, l’instabilità economica globale che ha avuto un profondo impatto sui flussi commerciali di Import e Export.
Già nel 2019, prima del Covid, le esportazioni italiane sono decresciute (-2,21%) così come le importazioni (-5,68%). Il Covid ha solo aggravato la crisi italiana con contrazioni, del 2020 rispetto al 2019, sia dell’export (-7,77%) che dell’import (-11,01%).
Il peggioramento dei dati è principalmente dovuto alla contrazione delle esportazioni verso i Partner storici, Germania (-2,76% nel 2020 rispetto al 2019) e Stati Uniti (-4,71% nel 2020 rispetto al 2019).
Anche il mercato interno subisce una contrazione particolarmente evidente per i beni ad alto valore aggiunto (le importazioni dalla Germania segnano un -10,24% nel 2020 rispetto al 2019).
L’unico Paese che offre segnali positivi è la Cina con un +1,54 % annuo delle esportazioni nel 2020 e + 3,6% delle importazioni nello stesso anno.
È quindi evidente che una impresa italiana che voglia incrementare il fatturato debba sempre più relazionarsi con la Cina sia per l’import che per l’export. In un mondo dalle frontiere sempre più chiuse, lo strumento sempre più facile ed economico della WebCall permette anche alle PMI di fare business con clienti e fornitori cinesi, superando ogni barriera fisica imposta dalla pandemia. Colmare il gap tra interlocuzione digitale e incontro fisico in azienda significa mettere in atto procedure nuove a tutela dell’investimento. È indispensabile verificare l’attendibilità dell’interlocutore e creare un sistema di garanzia della fornitura di prodotti e servizi che è oggetto dell’interlocuzione tra le parti.