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Cina, la ricetta per la ripresa economica

Un articolo di Alberto Maria D'Aiuto, Project Manager presso Horizon Solution Consultants Ltd


La Cina, dopo aver affrontato la fase più acuta dell’epidemia di coronavirus, è pronta a riconsolidarsi come seconda potenza economica mondiale con l’obiettivo di eguagliare, se non addirittura superare, il primato degli Stati Uniti. La ricetta per la ripresa economica individuata dal segretario generale del PCC Xi Jinping prevede un processo di riapertura graduale ed ordinata delle attività economiche e commerciali con lo scopo di mantenere una traiettoria di crescita costante nel lungo periodo, evitando periodi di stagnazione. Pertanto il governo centrale ha attuato diverse misure finalizzate a garantire sostegno fiscale e sul fronte credito soprattutto alle PMI.


Un segnale evidente della ripresa economica della Cina è rappresentata dall’espansione del settore manifatturiero; infatti, secondo i dati elaborati da un sondaggio delle società private Caixin/Markit, l’indice PMI manifatturiero ha conosciuto un incremento significativo pari a 51,1 rispetto al minimo storico di 40,3 di febbraio. Un altro aspetto molto significativo è la riapertura delle fabbriche della Toyota e della Honda che nel giro di un mese hanno raggiunto un livello ed un ritmo di produzione uguali alla fase pre-coronavirus. Anche il colosso americano Apple ha riaperto i suoi 46 negozi situati in Cina, prima di estendere questa decisione anche ai diversi punti vendita sparsi in tutto il mondo.


L’ultima fase del graduale processo di ripresa economica è rappresentata dall’apertura delle attività commerciali, come fabbriche e negozi, soprattutto articoli di moda. Infatti recentemente Hermes, famoso marchio di moda francese, ha riaperto 7 degli 11 negozi presenti in Cin. In particolare la nuova sede a Canton della prestigiosa maison francese ha fatto registrare un incasso senza precedenti di 2,7 milioni di euro in un giorno. Oltre ai negozi riaprono anche le fabbriche. Natuzzi, che ha uno stabilimento a Shanghai che rappresenta circa un quarto della sua capacità produttiva, è stata chiusa per un paio di settimane ma sembra che ora stia tornando agli standard produttivi abituali. Anche l’industria calzaturiera italiana è molto presente in Cina, come nel caso di Fessura, Asso ed UBC che stanno ultimando la produzione che avevano lasciato in sospeso prima del Capodanno cinese. La riacquisizione di questa effervescenza economica da parte della Cina ha portato a quello che gli analisti definiscono ‘revenge spending’: la popolazione, che per settimane ha concentrato la propria spesa su prodotti essenziali come generi alimentari, disinfettanti e mascherine, ora ha voglia di ‘vendetta’. O meglio, di consolarsi, aprendo il portafoglio anche al superfluo. Si tratta dunque di un’opportunità irripetibile per le imprese che vogliono investire e stabilire il proprio business in Cina. Occorre quindi che gli imprenditori siano preparati e tempestivi nel cogliere questa occasione più unica che rara.


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